LA LAPAROTOMIA DI PAPA FRANCESCO: DAVVERO CE NE SARÀ UNA TERZA?!
“Quando il terzo intervento?” Anche no, Santo Padre!! Quando ci si riferisce ai laparoceli è bene non scherzare troppo!
Il papa e il laparocele
Prendo spunto dalla battuta, oramai ridondante nelle notizie giornalistiche, che ha pronunciato il Papa, a poche ore dal risveglio anestesiologico. Per chi non lo sapesse infatti Papa Francesco è stato recentemente sottoposto ad un intervento chirurgico di riparazione di un difetto di parete chiamato ernia su incisione o laparocele; quando si è risvegliato il Santo Padre ha scherzato con il chirurgo chiedendo: ”Quando il terzo intervento?” (il primo è stata una resezione intestinale “open” ndr).
Il laparocele o ernia su incisione
Come già riferito dai sanitari che hanno avuto in cura il Papa, l’intervento è stato eseguito in elezione e non in urgenza, sebbene abbia letto in alcuni articoli riportati su testate rinomate che l’indicazione originava da “un laparocele incarcerato” (quindi una causa urgente).
Ma facciamo un passo indietro e ricordiamoci che cosa sia un laparocele, e quali siano i fattori che predispongono la sua formazione: ne avevo parlato nel mio blog “prevenire e curare il laparocele”.
Il laparocele è la fuoriuscita dei visceri attraverso un orifizio della parete addominale, formatosi dal cedimento del tessuto cicatriziale di una sutura di una precedente incisione chirurgica.
In parole povere: sono stato operato all’addome, dove c’è la cicatrice del taglio, si è formata un’ernia!
Tornando al caso del Santo Padre, considerando che non è un “tipo” da ospedale, il laparocele di cui era affetto non risultava sicuramente un problema estetico, ma era certamente sintomatico, cioè dava fastidio.
Il laparocele sintomatico
In che modo il laparocele si “fa sentire”?
- Quando i visceri intestinali abbandonano l’addome e si adagiano sotto la cute possono generare disturbi di digestione o difficoltà alla normale evacuazione, creando situazioni di stitichezza severa o episodi di vomito.
- La presenza di un buco nella fascia muscolare dell’addome altera la normale distribuzione delle forze che sorreggono il tronco, causando importanti mal di schiena e limitando una normale attività fisica.
- L’incarceramento del laparocele: l’impossibilità dei visceri di ritornare all’interno dell’addome, attraverso la porta erniaria, spesso genera un dolore acuto da dover risolvere, intervenendo in urgenza.
- Lo strozzamento dei visceri, situazione ancor più grave, accade quando i visceri si girano facendo perno sulla porta erniaria: nella torsione anche il peduncolo vascolare ne è coinvolto, generando così un’ischemia o addirittura un infarto intestinale.
- Non da sottovalutare l’alterazione della meccanica respiratoria (ben si sa che si respira non solo col torace ma anche con l’addome): il laparocele può causare problemi respiratori seri, come la polmonite.
Favorire una chirurgia precoce
Una caratteristica dei laparoceli è che quando si formano tendono a diventare rapidamente sempre più grandi. Quando un laparocele è di dimensioni importanti, il suo trattamento diventa indaginoso e le tecniche di riparazione diventano sempre meno mini-invasive.
La chirurgia mininvasiva, che sia essa laparoscopica o robotica, riduce in modo significativo il dolore post-operatorio e accorcia notevolmente i tempi di recupero, rispetto ad una chirurgia open – tradizionale.
Se il laparocele non è curato per tempo, oltre a dar luogo alle complicanze sopra descritte, aumenta sempre più le proprie dimensioni; qui, la battuta del Papa, di essere rioperato la terza volta, inizia ad avere un suo fondamento: più grande è il difetto, maggiore è il rischio di una recidiva.
Una chirurgia di precisione
La riparazione di un laparocele non è mai un intervento banale. Il chirurgo corregge il difetto sempre attraverso delicate e precise manovre di lisi delle aderenze cicatriziali presenti tra l’intestino e la parete addominale. Solamente se si garantisce l’integrità dei visceri si può concludere l’intervento ottenendo una riparazione ottimale del difetto di parete.
che il primo intervento sia eseguito ad opera d’arte ed abbia un successo duraturo!