IL ROBOT CHIRURGICO DaVINCI ALLA MATER DOMINI HUMANITAS
Con grande entusiasmo posso affermare a più di tre mesi di utilizzo (dopo, in realtà, una pausa di diversi anni), che il sistema robotico DaVinci è tornato in auge nell’attività di sala operatoria della chirurgia dell’istituto clinico Mater Domini Humanitas di Castellanza.
Si eseguono interventi come la colecistectomia, la rettopessi, le resezioni di colon, di retto e dello stomaco e naturalmente non possono mancare gli interventi di riparazione dei difetti di parete.
T.E.A. UNA TECNICA NATA PER LA CHIRURGIA ROBOTICA
In questo post vorrei condividere con i miei lettori quanto questa macchina sembra essere stata inventata per rendere ancor più efficace l’intervento chirurgico T.E.A (Totally Extraperitoneal Approach) Rives Stoppa per la correzione delle ernie mediane e della diastasi dei retti.
Avevo già parlato di questo intervento con tecnica laparoscopica in questo post, ed è sempre stato accolto, nei congressi a cui ho partecipato, con grande interesse dai molti chirurghi che si interessano di difetti di parete. Tecnicamente è un intervento non semplice da eseguire in laparoscopia per i movimenti limitati dei ferri chirurgici laparoscopici e per la posizione poco ergonomica del chirurgo, ma di una bellezza anatomica e di una validità sorprendente, per cui l’ho sempre proposto.
I VANTAGGI DELLA T.E.A. Rives-Stoppa MININVASIVA
Quali i vantaggi per questa tecnica pre-peritoneale mininvasiva?
– Lo spazio retromuscolare, è la migliore opzione per il posizionamento della rete nella riparazione delle ernie della linea mediana, come accade per la tecnica di Rives Stoppa, ma in questo caso eseguita con approccio mininvasivo;
– Il recupero postoperatorio è più rapido e così i giorni di degenza e di convalescenza sono assai ridotti;
– Minor probabilità di avere infezione della ferita chirurgica e soprattutto protesica, rispetto alla tecnica tradizionale;
– Si corregge anche la diastasi dei retti, con il ripristino della linea alba, riducendo così il rischio di recidiva e ottenendo un miglioramento funzionale della stabilità del tronco;
– Si elimina il rischio di lesioni viscerali;
– Non viene provocato il dolore causato dal fissaggio traumatico della rete con clip;
– Non si posizionano drenaggi;
– Le cicatrici risultano piccole e poco visibili.
UNA SCOMMESSA GIÀ VINTA
L’utilizzo del robot per questo tipo di intervento, sarà il “gold-standard” cioè la miglior scelta per i difetti di parete della linea alba, come è stata la laparoscopia per l’intervento di asportazione della colecisti. È una scommessa, dove lo svantaggio sembra sia solamente legato ai costi che possono apparire elevati, ma per i risultati ottenuti è da “all-in”, da giocarsi tutto. Forse l’avevo già predetto? Ecco cosa scrivevo qualche anno fa in un post sulla chirurgia “tailored”.
Porto in esempio il caso di un paziente affetto da ernia epigastrica con porta di circa 4 cm e diastasi dei retti di non minor misura.
L’intervento che ho eseguito è appunto una Rives Stoppa con approccio robotico totalmente extra peritoneale.
L’accuratezza dei movimenti e la visione tridimensionale garantiscono una precisa separazione dei piani anatomici, con salvaguardia del peritoneo (ultimo strato della parete, quello che rimane a contatto dei visceri addominali). Il ripristino della linea alba è ottenuto con suture eseguite per unire i due margini della fascia anteriore, rispettando i muscoli retti. Altrettanto precisa la sutura della fascia posteriore, eseguita mediante la “small bite technique” come nelle indicazioni EHS, ottenendo la sua completa chiusura senza tensioni. Il fissaggio della rete con punti in filo, non provoca il dolore che le clip spesso generano.
La durata dell’intervento è stata di 140 minuti, compreso il docking robotico.
Risultato: paziente dimesso in prima giornata post-operatoria, senza drenaggi, senza dolori; prescritta tachipirina 1000 mg da assumere al bisogno.
QUALCHE NOTA PER GLI ADDETTI AI LAVORI
Se chi legge è un chirurgo, ecco cosa ho utilizzato: come strumenti robotici mi sono bastati forbici elettrificate con cappuccio, pinza grasp e portaghi (se si è bravi consiglierei quello con il tagliafilo integrato); 3 trocar robotici da 8 mm; come strumenti laparoscopici: un trocar di Hasson all’ombelico, un portaghi per il passaggio dei fili di sutura; 3 fili stratafix symmetric 0 da 23 cm con ago 36. Un filo 3/0 di vicryl per il fissaggio della rete. Mesh 25×15 cm, sagomata a trapezio isoscele con basi 10 e 15 cm e un’altezza di 25 cm.
AGLI ESORDI
Sicuramente sono trascinato da un entusiasmo iniziale e serviranno un numero adeguato di casi per confermare le impressioni avute, ma per mia esperienza, è palese il vantaggio ottenuto per questo intervento utilizzando il robot rispetto alla tecnica laparoscopica.