COVID-19: É INIZIATA LA FASE 2 ANCHE PER LA CHIRURGIA di PARETE
Come sapete, e come avevo già scritto nel mio post precedente, durante la prima fase di emergenza sanitaria da COVID-19, gli unici interventi chirurgici effettuabili sono stati quelli oncologici e urgenti, cioè non differibili.
Il ruolo del medico in un ospedale “non-COVID”
Il reparto di chirurgia dell’Ospedale di Tradate si è mantenuto COVID-free: questo significa che i pazienti qui ricoverati non presentano sintomatologia da CORONA virus e allo stesso tempo hanno il tampone negativo.
Ciò implica che noi medici “non-COVID” abbiamo dovuto garantire assistenza a quei pazienti che prima erano normalmente seguiti da specialisti di altri presidi ospedalieri, attivi ora in prima linea contro la pandemia.
Abbiamo inoltre contribuito a definire le procedure ed i presidi di sicurezza da seguire e le tattiche diagnostiche da adottare per supportare medici rianimatori, internisti o pneumologi delle aree COVID.
Come ormai è evidente, l’ospedale è stato uno dei luoghi di trasmissione del contagio. Stabilire good practices comuni è stato un passo importante nel cammino verso il contenimento della diffusione del virus.
Più nello specifico di quanto concerne la mia attività, ho imparato ad effettuare diagnosi di polmonite interstiziale bilaterale attraverso l’utilizzo di una sonda ecografica, come vi avevo raccontato qualche settimana fa.
2020: un anno che non dimenticheremo
Purtroppo abbiamo letto e sentito tutti notizie di una drammaticità per la quale non eravamo nemmeno lontanamente preparati.
Malati che ci hanno lasciato in pochi giorni, famiglie distrutte dalla perdita dei loro cari, vittime alle quali non si è potuta nemmeno garantire la presenza dei propri congiunti negli ultimi istanti di vita.
Questa pandemia ha avuto -e sta avendo ancora- risvolti durissimi, ma contrariamente a quanto può sembrare, questi non riguardano solo i malati COVID e le loro famiglie.
Il numero delle diagnosi precoci per malattie come il cancro si è drasticamente ridotto in questo periodo, poiché la maggior parte delle forze del Servizio Sanitario Nazionale erano rivolte a far fronte all’attacco sferrato dal virus.
Questo purtroppo si traduce in un allungamento dei tempi necessari per il riconoscimento di malattie gravi ed invalidanti, e dunque per l’attivazione di terapie o interventi necessari alla loro eradicazione o cura.
Ciò significa che questi malati sono vittime di una situazione che ha rubato loro giorni o settimane preziose per la loro lotta.
A cascata ne hanno risentito, in maniera più o meno forte, tutti quei malati che avevano già interventi programmati di varia natura e che invece sono stati obbligatoriamente sospesi.
Finalmente riaprono gli ambulatori specialistici
A tre mesi dall’inizio dell’emergenza COVID, con un numero di infetti ridotto tanto da essere gestibile da parte del servizio sanitario, ripartiamo a prenderci cura anche delle persone che soffrono di patologie benigne ma invalidanti, come i difetti di parete.
Riapre l’ambulatorio specialistico dei difetti di parete, nonché il mio ambulatorio di libera professione: potete riprendere a contattarmi qui.
Finalmente nella programmazione delle sale operatorie tornano interventi quali TEP, TAPP eTEP Stoppa-Rives, IPOM vls e Trasversus Abdominis Release (TAR).
Cominciamo a vedere un barlume di normalità, dentro e fuori dagli ospedali. Speriamo davvero che le nostre vite tornino quanto prima ad essere quelle che erano un tempo.
Con un’importante eccezione.
Dopo un lungo lockdown che ha sconvolto tutti gli aspetti della nostra vita, il distanziamento sociale, seppur necessario, mi ha permesso di accorgermi con maggiore evidenza di quanto siano importanti tutte le persone che mi circondano; capire quanto sia un male quell’indifferenza di cui spesso siamo vittime e fautori inconsapevoli.