ERNIE INTERNE
Insorgenza e caratteristiche
Caratteristiche delle ernie interne
L’ernia interna occorre quando lo spostamento del viscere avviene in spazi all’interno del corpo, e dunque non è visibile all’esterno.
Questo tipo di ernia si manifesta per complicanze o per sintomatologie disturbanti.
L’indicazione chirurgica è posta quando vi sia alterazione del transito intestinale con occlusione persistente o addirittura con ischemia intestinale.
ERNIA IATALE
L’ernia iatale (o jatale) è la tipologia di ernia interna più frequente, ed è causata dal passaggio di una porzione di stomaco dall’addome al torace attraverso un foro del diaframma.
Spesso si manifesta con pirosi da esofagite da riflusso, mentre altre volte genera problematiche respiratorie, disfagia o dolori addominali non ben definibili.
Come si presenta un'ernia iatale
l'ernia iatale e la malattia da reflusso gastro-esofagea
Se ci si rivolge ad un chirurgo per una malattia da reflusso, che tendenzialmente è di pertinenza gastro-enterologica, è perché si soffre di almeno una delle seguenti anomalie:
Reflusso
Il reflusso genera sintomi tipicamente sempre entro due ore dal termine del pasto (reflusso sistematico).
Lesioni
Il reflusso ha danneggiato il rivestimento interno dell’esofago (mucosa) con lesioni infiammatorie o ulcerative (esofagite), o trasformazione metaplastica della mucosa (esofago di Barrett).
Sintomi cardiaci e respiratori
Parte dello stomaco ha abbandonato l’addome, collocandosi nel torace, provocando sintomi di tipo cardiaco o respiratorio.
Risalita contenuto gastrico
La porzione inferiore dell’esofago ha una pressione talmente bassa da non impedire la risalita del contenuto gastrico (riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore).
Anemia
Anemia cronica.
Proposta dietetica e farmacologica
Le norme dietetiche (frazionamento dei pasti, esclusione di cibi problematici) e la terapia medica (con farmaci inibitori di pompa cronica, antiacidi, alginati o procinetici) HANNO FALLITO.
accertamenti
Alcuni accertamenti diagnostici per la valutazione dei disturbi saranno dunque già stati eseguiti:
- radiografia delle prime vie digerenti con mezzo di contrasto;
- esofago-gastro-duodenoscopia (EGDS) con eventuale biopsia per esame istologico;
- ph-metria esofagea che differenzia i reflussi fisiologici da quelli patologici;
- manometria gastro-esofagea per studiare la pressione dell’ultima porzione dell’esofago e per valutare il tono dello sfintere esofageo inferiore;
- esclusione della presenza dell’Helicobacter pylori che potrebbe mimare i sintomi di una malattia da reflusso.
INTERVENTO CHIRURGICO
Dovranno quindi essere operati solo i pazienti sintomatici.
I sintomi associano in modo variabile:
- segni di reflusso gastroesofageo
- segni di dispepsia
- sintomi respiratori
- anemia abbastanza frequente
La valutazione morfologica include un’opacizzazione esofagogastrica o una TC toracoaddominale con l’ingestione di mezzo di contrasto. L’endoscopia preoperatoria è essenziale.
L’approccio chirurgico con tecnica laparoscopica è la scelta definita “gold standard”.
I principi della procedura sono:
- la riduzione dello stomaco in posizione addominale
- la resezione del sacco erniario
- la chiusura dello iato opzionalmente rinforzato con una protesi sintetica o biologica
- la realizzazione di una fundoplicatio posteriore parziale con una fissazione del lembo posteriore ai pilastri del diaframma